FAQ sulla donazione del sangue

Tutte le domande (e risposte) frequenti sulla Talassemia.

Donare il proprio sangue significa poter salvare vite umane. Significa mettere a disposizione della collettività, degli altri, uno strumento di insostituibile solidarietà umana. Donare sangue è un atto volontario e non retribuito, che fa appello al nostro senso civico di aiuto verso chi ne ha bisogno. Tuttavia, in Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale: esistono ancora profondi squilibri tra le diverse regioni del nostro Paese nella raccolta del sangue per cui il divario fra la raccolta e il reale bisogno non trova compensazione e ci si trova in uno stato di emergenza di carenza e pertanto, la donazione potrà contribuire a sanare questo divario.

Chiunque abbia compiuto i 18 anni di età ed abbia un peso corporeo non inferiore ai 50 kg. può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue. Chiaramente questi requisiti, non sono sufficienti a far sì che chiunque lo voglia diventi automaticamente un donatore. Una volta iscritto il candidato donatore verrà sottoposto a un colloquio e a una visita, effettuati entrambi da un medicoed ad accertamenti di tipo diagnostico e strumentale per accertare se vi siano delle controindicazioni alla donazione. In particolare esiste una precisa disposizione di legge, il decreto del Ministro della Sanità del 15 gennaio 1991 “Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati” pubblicato sulla G.U. del 24.01.1991 che contempla tra i criteri di esclusione della donazione del sangue, tutte le situazioni giudicate a rischio. Ciò al fine di garantire nel miglior modo possibile la salute sia del donatore sia del ricevente.

Per un adulto sano che si sottopone regolarmente alle valutazioni di idoneità la donazione non comporta alcun rischio. Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue: la quantità del sangue che viene sottratta mediamente ad ogni prelievo è minima ed è stabilita con Decreto Ministeriale in 450 centimetri cubi più o meno il 10%, e comunque in percentuale inferiore al 15%, pari a circa il 10% del sangue presente nell’organismo umano. L’intervallo tra una donazione di sangue intero e l’altra non deve essere inferiore a 90 giorni. La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 nelle donne in età fertile. I controlli e le visite periodiche costituiscono inoltre medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.

La massima discrezionalità e segretezza dei risultati delle analisi vengono garantite dal segreto medico e dalla legge sulla “Privacy” che individua le “figure” responsabili e quindi anche perseguibili al trattamento dei dati in questione.

L’attività di AVIS è finalizzata a promuovere una donazione “sicura” del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione dell’obiettivo della “sicurezza”. L’Associazione annovera tra le proprie file solo donatori periodici, ovvero donatori che ad intervalli regolari si recano presso le strutture trasfusionali per donare il loro sangue. I donatori Avis sono inoltre anonimi, volontari non retribuiti, responsabili. Queste persone quindi, a differenza dei donatori occasionali, sono molto controllate dal punto di vista medico, poiché vengono costantemente sottoposte ad un’accurata visita e ad attenti controlli sul loro sangue e poiché la loro scelta di donare è libera, non condizionata da altri fattori come quelli emozionali, risultano molto più affidabili degli occasionali.

Il ricorso ai donatori periodici consente inoltre:

– maggiore programmazione della raccolta del sangue;

– possibile “conversione” dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata mediante aferesi;

– gestione anche delle situazioni di urgenze – emergenze;

– effettuare educazione sanitaria.

Per approfondire, visita il sito:  www.avis.it

La donazione periodica non implica nessun processo di “assuefazione” nel senso “scientifico” del termine, ove per assuefazione si intende l’impossibilità di rinunciare alla pratica di determinati comportamenti (vedi assunzione di droghe), assumendo il termine, in questo caso, una connotazione negativa comportando un danneggiamento psichico-fisico per la persona.
Nel caso della donazione del sangue esiste una regola di periodicità nella donazione per garantire la sicurezza del sangue donato.
Se la conseguenza a compiere quest’atto di estrema solidarietà può essere quello di ripeterlo a scadenze regolari questo non potrà che farci sentire meglio nel senso della gratificazione che si può provare nell’aiuto dato gratuitamente a qualcuno, avendo recuperato un valore umano prezioso.

Per approfondire, visita il sito:  www.avis.it

Il sangue è composto per il 45% circa di cellule, la parte corpuscolata, e per il 55% circa di plasma, la parte liquida. Le funzioni del plasma sono numerose. Mantiene costante il volume di sangue circolante, da ai tessuti e alle cellule sostanze prevalentemente di tipo nutritivo e di regolazione (ormoni, vitamine), raccoglie tutte le sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo delle cellule e le elimina attraverso le reni e il sudore, interviene nei processi di difesa immunologica e nelle coagulazioni. Oggi è possibile effettuare una donazione mirata (aferesi); cioè solo di alcuni componenti del sangue e, tra questi, il plasma. Nell’aferesi (termine greco che significa l’atto del “portar via”), attraverso l’uso di moderni apparecchi, i separatori cellulari, si ottiene dal sangue del donatore soltanto quella componente ematica di cui si ha necessità in quel particolare momento, restituendogli, contemporaneamente, i restanti elementi. Ciascun separatore cellulare centrifuga o filtra istantaneamente il sangue che defluisce da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e restituendogli il rimanente. Con il prelievo in aferesi si ottengono concentrati cellulari o plasmatici più ricchi e quindi più idonei per un’efficace terapia trasfusionale di supporto. Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e dai concentrati di globuli rossi, essendo congelato (se a temperatura inferiore a 30° C, può essere utilizzato per un periodo massimo di 12 mesi).
È una procedura trasfusionale che si realizza mediante predeposito, recupero perioperatorio, emodiluizione. Il più utilizzato è il predeposito che è una tecnica trasfusionale che consiste nel prelevare il sangue da un donatore che sarà anche lo stesso ricevente, allo scopo di compensare le perdite ematiche che si possono verificare nel corso di interventi chirurgici programmati. In questa situazione si provvede al prelievo di unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, alcuni giorni prima dell’intervento in modo da consentirne l’eventuale utilizzo. Il sangue così ottenuto viene conservato secondo le metodiche tradizionali e quindi restituito, in caso di necessità, durante l’operazione. I principali vantaggi dell’autotrasfusione consistono nell’eliminazione delle reazioni di incompatibilità e del rischio di trasmissione di malattie infettive; nella riduzione del rischio di immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza; nel considerevole risparmio di sangue che è possibile conseguire, soprattutto per quanto riguarda i gruppi più rari.

La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto, per cui storicamente in Italia in questi mesi, ma ora anche nel corso dell’intero anno, si rilevano nelle regioni forti contrazioni nella raccolta a fronte di un fabbisogno stabile, poiché la partenza per le vacanze interrompe drasticamente i consueti flussi di raccolta. La donazione dei donatori abituali non è sufficiente a scongiurare il pericolo della carenza, creando seri problemi per i malati. Per questa ragione AVIS, da anni ha avviato un’attività di sensibilizzazione nei confronti della popolazione per garantire l’afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali che sono un fattore di rischio per la sicurezza delle trasfusioni.

L’AVIS è una associazione di volontari che sostiene economicamente la propria azione con i rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati per convenzione con le Aziende Sanitarie, delle spese sostenute per la promozione della donazione, l’invio dei donatori ai Centri Trasfusionali e/o per la raccolta diretta delle unità di sangue. Altre fonti di finanziamento sono costituite da contributi di Enti Locali e donazioni private. Essendo una associazione di volontariato nessun socio, impegnato nell’associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce compensi. Sono stipendiati tutti i dipendenti che svolgono un lavoro permanente nell’associazione. Come previsto dalla legge sul Volontariato n. 266/91, tutti i volontari sono assicurati.

I portatori sani normalmente donano il plasma e piastrine, ma la donazione di sangue intero è ugualmente possibile in quantità limitate sotto la guida di un medico specializzato e comunque tenendo conto dei requisiti generali per poter donare (peso corporeo, età, condizioni generali di buona salute, ecc..).
Un medico della sede AVIS effettuerà un colloquio, una visita e gli accertamenti di tipo diagnostico e strumentale per verificare che non vi siano controindicazioni alla donazione. Per saperne di più consultare il sito AVIS o scrivere direttamente (avis.nazionale@avis.it oppure info@avisprovincialetorino.it) dove vengono fornite indicazioni dettagliate sulla sicurezza, sui requisiti per essere donatore, sui tipi di donazioni e varie notizie utili.

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